In mancanza del nostro consueto appuntamento con l’Adorazione, vogliamo proporvi comunque un piccolo spunto di riflessione, riportando un pensiero di Madre Speranza circa la croce.
Che queste parole possano accompagnare la vostra riflessione e preghiera, nella speranza di tornare quanto prima a farlo insieme.
“Basta uno sguardo alla croce per comprendere il linguaggio di Gesù: è il linguaggio dell’amore che tutti capiamo subito. Ha il capo chino per il bacio, il cuore ferito in segno di amore, le braccia aperte per abbracciarci e tutto il corpo offerto per salvarci. L’immagine di Gesù in croce deve essere la preferita e la più eloquente di tutte”. (La Passione, 375-376)
Oggi inizia il tempo di quaresima: 40 giorni in preparazione alla Pasqua. Condividiamo con voi un’omelia di Don Tonino Bello. Augurandovi un buon cammino di quaresima!
Carissimi, cenere in testa e acqua sui piedi. Una strada, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto più lunga e faticosa. Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri. A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo. Occorre tutta una vita, di cui il tempo quaresimale vuole essere la riduzione in scala. Pentimento e servizio. Sono le due grandi prediche che la Chiesa affida alla cenere e all’acqua, più che alle parole. Non c’è credente che non venga sedotto dal fascino di queste due prediche. Le altre, quelle fatte dai pulpiti, forse si dimenticano subito. Queste, invece, no: perché espresse con i simboli, che parlano un “linguaggio a lunga conservazione”. È difficile, per esempio, sottrarsi all’urto di quella cenere. Benché leggerissima, scende sul capo con la violenza della grandine. E trasforma in un’autentica martellata quel richiamo all’unica cosa che conta: “Convertiti e credi al Vangelo”. Peccato che non tutti conoscono la rubrica del messale, secondo cui le ceneri debbono essere ricavate dai rami d’ulivo benedetti nell’ultima domenica delle palme. Se no, le allusioni all’impegno per la pace, all’accoglienza del Cristo, al riconoscimento della sua unica signoria, alla speranza di ingressi definitivi nella Gerusalemme del cielo, diverrebbero itinerari ben più concreti di un cammino di conversione. Quello “shampoo alla cenere”, comunque, rimane impresso per sempre: ben oltre il tempo in cui, tra i capelli soffici, ti ritrovi detriti terrosi che il mattino seguente, sparsi sul guanciale, fanno pensare per un attimo alle squame già cadute dalle croste del nostro peccato. Così pure rimane indelebile per sempre quel tintinnare dell’acqua nel catino. È la predica più antica che ognuno di noi ricordi. Da bambini, l’abbiamo “udita con gli occhi”, pieni di stupore, dopo aver sgomitato tra cento fianchi, per passare in prima fila e spiare da vicino le emozioni della gente. Una predica, quella del giovedì santo, costruita con dodici identiche frasi: ma senza monotonia. Ricca di tenerezze, benché articolata su un prevedibile copione. Priva di retorica, pur nel ripetersi di passaggi scontati: l’offertorio di un piede, il levarsi di una brocca, il frullare di un asciugatoio, il sigillo di un bacio. Una predica strana. Perché a pronunciarla senza parole, genuflesso davanti a dodici simboli della povertà umana, è un uomo che la mente ricorda in ginocchio solo davanti alle ostie consacrate. Miraggio o dissolvenza? Abbaglio provocato dal sonno, o simbolo per chi veglia nell’attesa di Cristo? “Una tantum” per la sera dei paradossi, o prontuario plastico per le nostre scelte quotidiane? Potenza evocatrice dei segni! Intraprendiamo, allora, il viaggio quaresimale, sospeso tra cenere e acqua. La cenere ci bruci sul capo, come fosse appena uscita dal cratere di un vulcano. Per spegnerne l’ardore, mettiamoci alla ricerca dell’acqua da versare… sui piedi degli altri. Pentimento e servizio. Binari obbligati su cui deve scivolare il cammino del nostro ritorno a casa. Cenere e acqua. Ingredienti primordiali del bucato di un tempo. Ma, soprattutto, simboli di una conversione completa, che vuole afferrarci finalmente dalla testa ai piedi. Un grande augurio.
Carissimo Pietro, tantissimi Auguri per i tuoi 90 anni!!
Ringraziamo il Signore e Madre Speranza che ci ha fatto incontrare.
Grazie a te il progetto “Villaggio Speranza ” a Medjugorie si sta realizzando. In questi anni tantissimi pellegrini sono venuti a Collevalenza per ascoltare le tue testimonianze di vita vissuta accanto alla Beata Madre Speranza. Hai accompagnato a Medjugorie tantissimi pellegrini, tante le vocazioni nate. Questa Associazione, che hai fortemente voluto, è nata da questi viaggi. La tua gioia nel raccontare la vita della Beata Madre Speranza ci ha sempre colpito. Da te abbiamo imparato tanto…. l’umiltà, l’obbedienza, la gioia….lavorare per il Signore con fatica instancabile… l’affidamento all’Amore Misericordioso ed alla Provvidenza….
Siamo felici di poterti dire che ti vogliamo tutti un gran bene. Prossimo appuntamento Medjugorie per l’apertura del ” Villaggio Speranza ” . Auguri!!
Oggi celebriamo la festa liturgica della Beata Speranza di Gesù, nel 38° anniversario della sua nascita al cielo.
Nel giorno della sua festa vogliamo ricordarla con le sue parole sull’Amore Misericordioso di Gesù per tutti noi, perché questa consapevolezza rimanga forte nei nostri cuori, sempre.
Buona festa!
“Sforziamoci di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre. Gesù non fa differenze tra le anime; se non per concedere ad alcune grazie straordinarie o particolari, per prepararle a maggiori sofferenze e ad essere parafulmini dei loro fratelli. (67) Io paragono l’amore di Gesù al cuore umano che manda il sangue fino alle estremità del corpo portando la vita anche alle membra più povere. I palpiti dell’Amore Misericordioso fanno altrettanto. Il cuore di Gesù batte con amore immenso per tutti gli uomini. Batte per le anime tiepide, per i peccatori, per le anime sante e quelle fervorose, per gli infedeli e gli eretici, per i moribondi e le anime del Purgatorio e per i beati che glorifica in cielo. (68)“