Beata Speranza di Gesù: strumento di Misericordia

Oggi celebriamo la festa liturgica della Beata Speranza di Gesù, nel 38° anniversario della sua nascita al cielo.

Nel giorno della sua festa vogliamo ricordarla con le sue parole sull’Amore Misericordioso di Gesù per tutti noi, perché questa consapevolezza rimanga forte nei nostri cuori, sempre.

Buona festa!

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“Sforziamoci di far capire ai fratelli che Gesù è per tutti un Padre buono, che ci ama di amore infinito, senza distinzioni. L’uomo più perverso, il più miserabile e perfino il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù, che è per lui un Padre e una tenera Madre. Gesù non fa differenze tra le anime; se non per concedere ad alcune grazie straordinarie o particolari, per prepararle a maggiori sofferenze e ad essere parafulmini dei loro fratelli. (67)
Io paragono l’amore di Gesù al cuore umano che manda il sangue fino alle estremità del corpo portando la vita anche alle membra più povere. I palpiti dell’Amore Misericordioso fanno altrettanto. Il cuore di Gesù batte con amore immenso per tutti gli uomini. Batte per le anime tiepide, per i peccatori, per le anime sante e quelle fervorose, per gli infedeli e gli eretici, per i moribondi e le anime del Purgatorio e per i beati che glorifica in cielo. (68)

AUGURI SCOMODI

Carissimi, Buon Natale!

In questo giorno in cui finalmente l’attesa è finita e la gioia è piena, vogliamo condividere con voi gli “auguri scomodi” di Don Tonino Bello, come occasione di riflessione sempre attuale, chiamandoci ad una Fede autentica.

Natività – Presepe poliscenico meccanico del Centro Formazione Professionale Artigianelli Opera don Ernesto Ricci di Fermo

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi “Buon Natale” senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario. Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli! Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio. Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio. Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate. Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa. Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro. Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi. Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili. Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura, ma non scaldano. Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative. I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge”, e scrutano l’aurora, vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi. Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.

+ Tonino Bello

Auguri di un Natale di Speranza

Carissimi amici,
al termine di questo anno 2020 sentiamo la necessità di essere uniti a tutti voi, nell’attesa della nascita di nostro Signore Gesù. Una nascita speciale, dove riponiamo tutte le nostre speranze e la nostra vita. Ripercorrendo il cammino fatto fin d’ora, ci appaiono più chiari i messaggi della Regina della Pace: dobbiamo ritornare a una vita semplice e alla preghiera! Questa pandemia ci ha cambiato l’esistenza, ma non dobbiamo avere paura! Madre Speranza ci ricorda che Gesù, nella sua infinita Misericordia, sempre ci aiuta e ci protegge.

Come ogni anno, siamo lieti di portarvi i saluti del nostro caro amico Pietro Iacopini, egli continua, con tanta generosità, ad accogliere pellegrini a Collevalenza, a parlare della Beata Madre Speranza, con uno sguardo anche al nostro progetto Villaggio Speranza a Medjugorie. Vi ringraziamo per l’aiuto che ci avete dato in questi anni sia economicamente, con il 5 per mille, ma anche con le vostre preghiere.
Vi informiamo che i lavori per ultimare la prima parte del progetto stanno
proseguendo. Chiediamo ancora una volta il vostro sostegno, chiediamo alla Madonna che il Villaggio Speranza possa realizzarsi al più presto, così che il nostro carissimo Pietro Jacopini possa essere lì pronto ad immortalare, con le sue foto, il primo ingresso in questa struttura, a cui ha dedicato parte della sue energie e della sua vita.

Vi preghiamo di unirvi a noi recitando il S. Rosario il giorno 8 e Adorazione Eucaristica il giorno 25 di ogni mese. Preghiamo per la realizzazione di questa opera, secondo la volontà del Signore. Preghiamo anche per tutte le persone che in questo momento stanno soffrendo per mancanza di lavoro, per malattia, per solitudine… mettiamo tutto nelle mani di Maria. La Beata Madre Speranza ci aiuti in questo cammino. Vi ricordiamo che per tutte le intenzioni dei nostri benefattori vengono celebrate S. Messe ai Santuari di Collevalenza, Loreto e Assisi. Auguriamo a tutti voi che questo Natale 2020 sia speciale, pieno di Pace…. quella Pace che solo Dio ci può dare, capace di riempirci la vita. Gesù che è nato per noi, che è venuto per salvarci… solo questo conta.

Auguri per un Nuovo Anno 2021 pieno della Gioia e dell’Amore di Dio.

Associazione Speranza Onlus
Il Presidente
Matteo Brillarelli

La Parola del giorno – 14.11.2020

La liturgia di oggi ci offre importanti spunti di riflessione e noi vogliamo condividerli con voi

Noi perciò dobbiamo accogliere tali persone per diventare collaboratori della verità.” (3Gv 5-8)

e ancora:

E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18,1-8)

In un periodo come questo, in cui la pandemia sta mettendo a dura prova l’intera umanità, non possiamo non cogliere in questa Parola l’esortazione ad unirci ancora di più nella preghiera e diventare così collaboratori della Verità. E il Signore non tarderà!

Beati quelli…

Cari amici dell’Associazione Speranza, vogliamo condividere con voi le preziose parole donateci oggi da Papa Francesco durante l’Angelus.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa solenne festa di Tutti i Santi, la Chiesa ci invita a riflettere sulla grande speranza, che si fonda sulla risurrezione di Cristo: Cristo è risorto e anche noi saremo con Lui. I Santi e i Beati sono i testimoni più autorevoli della speranza cristiana, perché l’hanno vissuta in pienezza nella loro esistenza, tra gioie e sofferenze, attuando le Beatitudini che Gesù ha predicato e che oggi risuonano nella Liturgia (cfr Mt 5,1-12a). Le Beatitudini evangeliche, infatti, sono la via della santità. Mi soffermo ora su due Beatitudini, la seconda e la terza.

La seconda è questa: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» (v. 4). Sembrano parole contraddittorie, perché il pianto non è segno di gioia e felicità. Motivi di pianto e di sofferenza sono la morte, la malattia, le avversità morali, il peccato e gli errori: semplicemente la vita di ogni giorno, fragile, debole e segnata da difficoltà. Una vita a volte ferita e provata da ingratitudini e incomprensioni. Gesù proclama beati coloro che piangono per queste realtà e, nonostante tutto, confidano nel Signore e si pongono sotto la sua ombra. Non sono indifferenti, e nemmeno induriscono il cuore nel dolore, ma sperano con pazienza nella consolazione di Dio. E questa consolazione la sperimentano già in questa vita.

Nella terza Beatitudine Gesù afferma: «Beati i miti, perché avranno in eredità la terra» (v. 5). Fratelli e sorelle, la mitezza! La mitezza è caratteristica di Gesù, che dice di sé: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Miti sono coloro che sanno dominare sé stessi, che lasciano spazio all’altro, lo ascoltano e lo rispettano nel suo modo di vivere, nei suoi bisogni e nelle sue richieste. Non intendono sopraffarlo né sminuirlo, non vogliono sovrastare e dominare su tutto, né imporre le proprie idee e i propri interessi a danno degli altri. Queste persone, che la mentalità mondana non apprezza, sono invece preziose agli occhi di Dio, il quale dà loro in eredità la terra promessa, cioè la vita eterna. Anche questa beatitudine comincia quaggiù e si compirà in Cielo, in Cristo. La mitezza. In questo momento della vita anche mondiale, dove c’è tanta aggressività…; e anche nella vita di ogni giorno, la prima cosa che esce da noi è l’aggressione, la difesa… Abbiamo bisogno di mitezza per andare avanti nel cammino della santità. Ascoltare, rispettare, non aggredire: mitezza.

Cari fratelli e sorelle, scegliere la purezza, la mitezza e la misericordia; scegliere di affidarsi al Signore nella povertà di spirito e nell’afflizione; impegnarsi per la giustizia e per la pace, tutto questo significa andare contro-corrente rispetto alla mentalità di questo mondo, rispetto alla cultura del possesso, del divertimento senza senso, dell’arroganza verso i più deboli. Questa strada evangelica è stata percorsa dai Santi e dai Beati. La solennità di oggi, che celebra Tutti i Santi, ci ricorda la personale e universale vocazione alla santità, e ci propone i modelli sicuri per questo cammino, che ciascuno percorre in maniera unica,  in maniera irripetibile. Basta pensare all’inesauribile varietà di doni e di storie concrete che c’è tra i santi e le sante: non sono uguali, ognuno ha la propria personalità e ha sviluppato la sua vita nella santità secondo la propria personalità. Ognuno di noi può farlo, andare su quella strada. Mitezza, mitezza per favore e andremo alla santità.

Questa immensa famiglia dei fedeli discepoli di Cristo ha una Madre, la Vergine Maria. Noi la veneriamo col titolo di Regina di tutti i Santi, ma è prima di tutto la Madre, che insegna a ciascuno ad accogliere e seguire il suo Figlio. Ella ci aiuti ad alimentare il desiderio di santità, camminando sulla via delle Beatitudini.

Fonte: vatican.va

Uniti nella preghiera… nel mese di Novembre

Buongiorno e buona festa di Tutti i Santi.

Il mese di Novembre, che si prospetta un mese difficile per tutti, ci offre però la possibilità di tornare, anche se solo virtualmente, ad unirci nuovamente in preghiera presso il Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza.

Condividiamo con voi gli orari delle celebrazioni da poter seguire attraverso i mezzi di comunicazione.

Buona preghiera… sempre!

L’Eucarestia e la Parola divina

Oggi vi proponiamo nuovamente un brano tratto dagli scritti di Madre Speranza, con la speranza di mantenere vivo lo spirito di preghiera e condivisione che animava il nostro abituale incontro di Adorazione Eucaristica del giorno 25 di ogni mese.

Buona meditazione!

Nessuna di voi ignora che è necessario nutrirsi del Pane eucaristico per possedere la vita divina, che cibo dello spirito è la divina parola, e che pertanto per acquistare e per conservare la vita soprannaturale che promana dal cuore di Dio sono necessarie due cose: l’alimento e la luce.

La parola di Dio è la luce delle nostre anime, il sacramento dell’Eucaristia è il nostro Pane di vita. Vive veramente solo il cuore che ama, perché amare è la vita del cuore. E come si accendono le fiamme dell’amore santo della carità che vivifica se non con il soffio della divina parola?

La preghiera, figlie mie, è la fucina in cui si riscalda il cuore umano. Come trascorrevano deliziose le ore per la Maddalena seduta ai piedi del divino Maestro, che tanto amava! Ella ascoltava affascinata le parole che uscivano dalle labbra di Gesù.

Quale amore nel cuore della SS. Vergine infiammato dalla contemplazione attenta delle parole del suo Figlio divino! “Mille volte beati, esclama il nostro Salvatore, quelli che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono nel loro cuore”. Sono coloro che vivono la vera vita, la vita che infonde nell’anima il soffio del Verbo di Dio.

Care figlie, è tale l’efficacia della parola divina e così meravigliosa la sua virtù, che senza di essa, oso dire, non può esistere la vita soprannaturale; essa sola infatti vivifica i sacramenti, che sono i mezzi istituiti e ordinati da Dio per dare la vita alle anime. Lo stesso sacramento del Corpo di Cristo destinato ad essere il principale alimento dell’anima, lo è solo in forza della parola che consacrando trasforma il pane materiale in Corpo di Gesù; e questo, pur consacrato e perfetto, non vivifica, ma uccide, se chi lo riceve è privo della parola di Dio che dona lo spirito di fede.

Lo stesso Salvatore, parlando della sua sacratissima Carne ha detto: “La carne non giova a nulla, è lo spirito che dà la vita”. A nulla giova mangiare la carne di Gesù eucaristia se non ci si alimenta contemporaneamente della sua divina parola. È sostanziale mangiare lo stesso cibo e gustare la stessa bevanda, come afferma l’Apostolo: “Tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale; bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava e quella roccia era il Cristo”. Come vedete, è grande la necessità che tutti abbiamo della parola di Dio affinché, animati da essa, riceviamo il Corpo eucaristico così da acquistare e conservare la vita soprannaturale.

Figlie mie, penso che sappiate che il Corpo e il Sangue del nostro Signore Gesù Cristo nell’eucaristia è per se stesso incorruttibile, quantunque possano corrompersi le materie accidentali, fragili che gli servono da involucro. Nulla si spezza e si corrompe della sostanza, del corpo e del sangue inalterabili del nostro buon Gesù Cristo immortale e glorioso sull’altare. Si alterano e si spezzano solamente le specie sacramentali, segni e figure che racchiudono, quale mistico sudario, l’immacolata carne del Signore.

Come nei cieli Cristo è immortale e non soggetto al dolore, ugualmente lo è sull’altare, per cui nulla è capace di produrre alterazione nel suo corpo sacramentato. Allo stesso modo dobbiamo credere inalterabile la parola di Dio nel tempo e nello spazio, nonostante le vicissitudini umane.

La parola di Dio è una sorgente di acqua viva che zampilla per la vita eterna, mentre la nostra povera anima è bruciata dal fuoco delle passioni e inaridita dal soffio ardente dei vizi. Come non esclamare alla vista di quella sorgente: “Gesù mio, simile alla cerva assetata che si slancia verso il corso d’acqua, così la mia anima anela a te, o Dio”.

Figlie mie, in questo modo dovrebbe prepararsi l’Ancella dell’Amore Misericordioso a ricevere il corpo di Gesù e la sua divina parola. Ci sono stati dei santi che, per l’intenso desiderio di ricevere la comunione e per l’amore sensibile del loro cuore infiammato, non potevano trattenere le lacrime e bramavano solo di unirsi al loro Dio, ricevendo il suo sacro corpo con indicibile gaudio spirituale.

Vera e ardente fede possedevano quelle anime, le quali con non minore ansia si disponevano a ricevere lo spirito di Gesù Cristo incarnato nella sua divina parola. Non può sentire un tale desiderio e altrettanta fame e sete della parola di Dio chi non crede con fede viva e sincera nella natura divina di quella parola.

È per me motivo di tristezza sentire dalle labbra di una figlia: “Madre, l’ascolto della divina parola spesso mi annoia e, secondo chi l’annuncia, anche di più. La mia anima non prova alcun fervore quando ricevo la S. Comunione; non avverto alcuna consolazione”. Che pena, figlia mia! Il vuoto del tuo cuore e la tua anemia spirituale sono la fatale conseguenza di quel fastidio. Quali frutti di vita eterna si possono sperare da queste disposizioni?

Dio non ci parla per dilettarci, ma per santificarci, e la sua Chiesa non ci riunisce nei templi ad ascoltare la parola di Dio per darci un contentino spirituale, ma per farci rientrare in noi stessi e, rinfacciandoci i nostri disordini, portarci pentiti dinanzi al Signore e stimolarci alla penitenza.

Avendo compreso questo, figlie mie, cerchiamo di non rendere vana la forza della divina parola, non abusiamo del dono di Dio, il quale non vuole abbandonarci nel cammino dei nostri smarrimenti.(Madre Speranza nel 1943: El pan 8, 1308-1319)

Il Miracolo del Sole

Un po’ di storia…

Il Miracolo del sole è un miracoloso evento della tradizione cattolica, che si collega alle apparizioni della Madonna di Fatima nel 1917. Il 13 ottobre di quell’anno, a mezzogiorno, presso la cittadina di Fatima (in Portogallo), un considerevole numero di persone avrebbero visto il disco solare cambiare posizione, dimensione e colore per alcuni minuti.

A Cova di Iria (nelle vicinanze di Fatima), il 13 maggio 1917 alla piccola Lucia dos Santos di 10 anni e i cuginetti Francisco e Jacinta Marto (di 9 e 7 anni) appare la Madonna. Quella fu solo la prima visita della Vergine Beata ai piccoli, infatti apparve loro in altre occasioni, annunciando che quando li avrebbe rivisti in un’ultima apparizione, il 13 ottobre, ci sarebbe stato anche un evento prodigioso ad accompagnarla. Anche la stampa portoghese diede rilievo alla notizia, tanto che il 13 ottobre 1917, migliaia di persone si ritrovarono a Cova di Iria, nonostante a causa della pioggia questa fosse diventata un campo fangoso.

Dopo che i tre fanciulli dichiararono che la Madonna gli aveva parlato un’ultima volta, la pioggia diminuì d’intensità, il cielo si fece più chiaro ed il sole inondò di luce tutta la zona. A questo punto la folla vede che il sole subisce un mutamento. Molteplici sono i racconti, ognuno con una sfumatura personale, ma tutti comprovando che qualcosa di particolare e unico era accaduto in cielo. Un evento che per i cristiano cattolici prese il nome di Miracolo del sole.

Preghiamo insieme…

PREGHIERA ALLA MADONNA di FATIMA 

Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, noi abbiamo bisogno di Te. Desideriamo la luce che si irradia dalla tua bontà, il conforto che ci proviene dal tuo Cuore Immacolato, la carità e la pace di cui Tu sei Regina.

Ti affidiamo con fiducia le nostre necessità perché Tu le soccorra, i nostri dolori perché Tu li lenisca, i nostri mali perché Tu li guarisca, i nostri corpi perché Tu li renda puri, i nostri cuori perché siano colmi di amore e di contrizione, e le nostre anime perché con il tuo aiuto si salvino.
Ricorda, Madre di bontà, che alle tue preghiere Gesù nulla rifiuta.
Concedi sollievo alle anime dei defunti, guarigione agli ammalati, prezza ai giovani, fede e concordia alle famiglie, pace all’umanità. Richiama gli erranti sul retto sentiero, donaci molte vocazioni e santi Sacerdoti, proteggi il Papa, i Vescovi e la santa Chiesa di Dio.

Maria, ascoltaci e abbi pietà di noi. Volgi a noi i tuoi occhi misericordiosi. Dopo questo esilio mostra a noi Gesù, frutto benedetto del tuo grembo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen

Fonte storia: vaticano.com – fonte preghiera: preghiereperlafamiglia.it

Vivere uniti a Maria

In occasione del giorno 8 del mese di Ottobre, non potendoci incontrare come nostro solito, diamo inizio ad una serie di “riflessioni virtuali”, che ci permetteranno di rimane uniti nella preghiera e nella meditazione anche in questo momento particolare.

Nel mese di Ottobre, mese mariano, vi proponiamo un brano tratto dagli scritti di Madre Speranza sul significato e l’importanza di vivere uniti a Maria.

La più grande felicità che si può provare sulla terra e che si può assaporare come anticipo del cielo, è vivere uniti a Maria.”

“Se qualcuno ha avuto la disgrazia di offendere Gesù, non esiti un istante, corra da Lui per chiedergli perdono perché egli l’accolga come Padre buono poiché Egli l’attende con grande trepidazione e tenerezza. Allora vedrete come l’Amore Misericordioso vi stringerà a sé con l’infinita dolcezza del suo cuore e vi meraviglierete di costatare che Egli stesso vi ha attirato a sé proprio quando lo credevate adirato e pronto, con la spada in mano, a vendicarsi delle offese ricevute

E non si ferma qui la sua bontà. Egli promette a questa anima di spalancarle le porte del cielo se d’ora in poi si comporterà come autentica consacrata e amerà con affetto filiale la Santissima Madre, nella quale, dopo Gesù, si deve riporre tutta la fiducia.

Credo che ogni creatura, ma specialmente noi della famiglia dell’Amore Misericordioso, dobbiamo essergli molto riconoscenti e dimostrargli il più possibile questa gratitudine. Sforziamoci di essere molto caritatevoli, pazienti, sacrificati e impegnati ad eliminare ogni imperfezione per imitare tutte le virtù di Dio. Ricordiamoci che Gesù ci chiede di essere non anime comuni, ma sante; che con il buon esempio contribuiamo alla santificazione dei fratelli e che il nostro distintivo sia un cuore materno arricchito delle suddette virtù. (el pan 2,40-41)

Egli sapeva molto bene che per camminare sulla via del dolore e del sacrificio avevamo bisogno dell’affetto di una madre. Infatti quando c’è la mamma non esistono pene insopportabili, perché il loro peso non ricade tutto e solo su di noi: lei ci è sempre accanto a sostenere il peso maggiore. Gesù, che ben conosce le necessità del cuore umano, ci ha donato Sua madre, avendo prima sperimentato Egli stesso sulla croce l’eroismo di una Madre così buona, la sua fedeltà, il suo amore, la sua incoraggiante compagnia. Gesù aveva presente anche la grande necessità del religioso di essere sostenuto e aiutato da una Madre. Ricorriamo perciò a Maria con affetto e fiducia filiale, ricordando che Gesù, donandoci come madre la Vergine purissima, ha arricchito il suo cuore di misericordia materna, perché avesse compassione delle pene dei suoi figli.

Chi ama la SS. Vergine non deve mai temere, perché lei è tutto e si incarica di arricchire le nostre offerte prima di consegnarle a Gesù. Ricordiamo che non si può possedere Gesù se non per mezzo di Maria. La più grande felicità che si può provare sulla terra e assaporare come anticipo del cielo, è vivere uniti a Maria. Questa felicità è immensa e ci prepara alla suprema felicità di vivere uniti a Gesù; infatti il mezzo più efficace per purificarci e consolidare la nostra unione con l’Amore Misericordioso, è Maria. Io credo che quando andiamo a Gesù per Maria, è doppia la gioia e più pieno il possesso di lui.

Man mano che l’anima progredisce nella conoscenza e nell’amore di Gesù, la sua vita si semplifica ed anche la sua contemplazione che diventa via via più semplice, più elevata, più perfetta, dal momento che l’unico suo oggetto è Dio, la sua bontà, la sua misericordia e la sua carità verso chi lo ha offeso. Quest’anima arriva a sentirsi rivestita della bontà, dell’amore e della misericordia di Gesù; le sembra di essere un abisso senza fondo, capace di assumere e annientare tutte le malvagità dei fratelli. Ed è veramente così, perché l’anima si eleva verso Gesù implorando il perdono e la misericordia per i poveri peccatori ed Egli non glielo può negare; anzi, al contrario, si compiace di concederle quanto gli chiede in loro favore.

E se questa anima ricorre alla SS. Vergine con affetto filiale e riponendo in lei, dopo Gesù, tutta la sua fiducia, può in ogni momento rivolgersi a questa Madre per invocarne la protezione sui fratelli con la sicurezza che essi saranno aiutati dalla misericordia di Gesù.” (la Madre nel 1933; el pan 2, 40-41; 71-74)

Convegno annullato

Carissimi, purtroppo a causa delle restrizioni Covid 19, abbiamo deciso di annullare la data del Convegno dell’Associazione Speranza Onlus a Collevalenza prevista per l’11 ottobre 2020.

Vi informiamo che siamo pronti per proseguire i lavori, purtroppo
attualmente sono fermi a causa della pandemia. Vi ringraziamo per l’aiuto che fino ad oggi ci avete dato, speriamo di poter tornare al più presto a Medjugorie.

Vi terremo sempre informati e comunque potete consultare il sito www.associazionesperanza2009.com

Sempre uniti nella preghiera, saluti
Associazione Speranza Onlus